Kamis, 30 Juni 2016

Desidererei di essere perdonato…

Il tema del campo lavoro missionario 2016 gestito dai Missionari Saveriani, Missionarie di Maria (Saveriane) e Laici Saveriani a Salerno è stata: “Missione: Misericordia”. Ai ragazzi partecipanti (12-18 anni) è stato ribadito di comprendere la missione non tanto di andare a un paese lontano dalla propria o di fare cose grandi quanto piuttosto, prima di tutto, di cominciare da sé a costruire e coltivare un cuore compassionevole rispecchiandosi a Gesù Cristo, il volto misericordioso di Dio Padre. Gesù salva e difende la donna che sta per essere lapidata con misericordia poiché Gesù vede la donna non dal suo peccato commesso, ma intuisce che la donna ha bisogno di essere liberata. Gesù ha compassione verso la donna. Gesù agisce non con la legge umana, ma con la legge divina, cioè misericordia. In una riflessione di gruppo, ai ragazzi è stata provocata questa domanda: “Se fossi tu al posto della donna, come desidereresti di essere giudicata/o?” Le risposte sono state queste: “Desidererei di essere giudicato con misericordia; desidererei di essere perdonato; desidererei di essere liberato”. Implicitamente nelle loro risposte contengono già il germe della misericordia da coltivare.


In particolare, in questo momento, vorrei evidenziare l’atto misericordioso di Gesù a Zaccheo in cui Gesù si fa accogliere da Zaccheo.

Nella Lectio Divina, martedì 21 giugno 2016, abbiamo letto e riflettuto la conversione di Zaccheo. C’era questa domanda nel nostro gruppo: che cosa mi incuriosisce, che cosa mi impressiona, che cosa mi attrae o che cosa mi meraviglia della storia di Zaccheo?

Mi impressiona la conversione immediata di Zaccheo. Mi sono chiesto: qual è la causa di questa sua conversione? Sapere che il suo cambiamento di atteggiamenti è nato dall’esperienza di essere accolto/amato da Gesù. Zaccheo è salito sull’albero non per essere guardato o visto da Gesù o dalla folla, per guardare Gesù: è salito non per convertirsi, ma per curiosità di conoscere Gesù.

Un’altra particolarità è lo sguardo di Gesù, puntato direttamente su Zaccheo sull’albero. Come mai Gesù, che sta in mezzo alla folla, riesce a notare o guardare Zaccheo? Il che significa che Gesù ha pensato o desiderato o voluto quest’incontro particolare con Zaccheo. In realtà Gesù ha preparato e ha voluto farsi accogliere da Zaccheo. Quindi la conversione di Zaccheo è avvenuta da quest’iniziativa sua e dall’accoglienza fatta da Gesù. Gesù non giudica Zaccheo per il lavoro che fa, per quanti soldi ha rubato o per i peccati che ha commesso: piuttosto Gesù accoglie Zaccheo come una persona bisognosa d’amore e di accoglienza.

Durante la messa conclusiva ho condiviso questo pensiero ai ragazzi:
 “Cari ragazzi, quest’accoglienza; questa capacità di incontrare e di accettare gli altri ce l’avete nel vostro sangue, fa parte del vostro DNA. Vi confesso che siete davvero le persone eccezionali, accoglienti e calorosi.  Mi stupisce il vostro modo in cui accogliete gli altri. La cosa che dovete fare è far crescere/alimentare nel vostro cuore questa capacità di accogliere calorosamente gli altri: dovete aumentarla, moltiplicarla ed esprimerla a chiunque.

Ancora una volta ve lo ripeto che l’esperienza di essere accolti e amati genera vita e fa la differenza. Tale esperienza suscita un cambiamento sentimentale, interiore e relazionale. L’esperienza di essere accettati in certo modo cambia la propria vita e la vita degli altri. L’esperienza dell’innamoramento—la vostra fase di vita—ce lo dimostra chiaramente. Cioè ci si innamora poiché ci si accorge di essere pensato/voluto/trattato con attenzione e sguardo particolare”.

Che cosa significa “Missione: Misericordia”? Essere misericordiosi significa porre o svolgere il proprio cuore (cordia) nei miseri altrui (misericordia: miseri e cordia). Il cuore si intende non tanto l’organo biologico dell’uomo quanto piuttosto il centro interiore dove si sperimenta la gioia e la delusione; la compassione e l’indifferenza su di sé e sugli altri. La missione come misericordia significa, quindi, coinvolgersi alla gioia degli altri. Significa anche avere compassione alle preoccupazioni, ai problemi e alle sofferenze delle persone in casa e dei vicini di casa.

Vorrei finire questo “racconto” scrivendo queste belle frasi formulati da alcuni dei ragazzi:
“Missione è muoversi, partire sempre per un nuovo servizio che non è destinato solo ai propri cari, ma a chiunque si trovi sul cammino”.
“Missione è non sentirsi mai arrivato nella formazione, nella fede, nell’amore e disponibilità per gli altri”.
“La più grande missione di un uomo è essere cristiani”.
“Le cose più vive e vere della nostra esistenza sono anche quelle che non si possono spiegare”.


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