Il 25 gennaio 2014
scorso la chiesa ha fatto la festa della conversione di San Paolo Apostolo (At
22, 3-16; At 9, 1-22). Lui era un ebreo osservante ma dopo aver incontrato Gesù
è diventato cristiano seguendo la Sua via. Il giorno seguente, la terza
domenica del tempo ordinario anno A, la chiesa ci ha presentato la chiamata di
Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni secondo il vangelo di Matteo (4,12-17).
Loro, dopo aver visto e ascoltato l’invita di Gesù, hanno lasciato il mare e le
loro barche.
È interessante entrare
in profondità nell’intima disposizione delle persone soprattutto di Paolo e
Pietro. Perché credo che ci sia una cosa significativa che mi tocca davvero, mi
fa piacere approfondire. Paolo era un Giudeo praticante e esperto alla legge
ebraica. Era stato formato/educato alla scuola di Gamaliele nell’osservanza
scrupolosa della legge dei padri, pieno di zelo per Dio (At 22,3) per cui aveva
una grande passione per la legge. Partendo da questa sua passione egli sapeva
quello che doveva o non doveva fare. Credeva che essendo ebreo dovesse
custodire la legge come era scritta. Amare e custodire la legge era la sua
chiamata ad essere un buon ebreo. Lo stesso atteggiamento si vede nel
comportamento di un sacerdote nel racconto del buon samaritano (Lc 10,25-37).
Un sacerdote vedendo un uomo ferito sulla strada passa tranquillamente senza
dare un aiuto come se quel ferito non dovesse interessarlo. Mi sembra che lui
stesse andando a Gerusalemme per fare il culto e per farlo bene bisognava evitare
l’impurità, cioè le cose che potessero impedire la purezza del rito cultuale.
Mi sembra che la legge per lui avesse più valore che l’uomo/valesse più
dell’uomo. Si dà la precedenza alla legge anziché all’uomo.
Torniamo a Paolo.
Amando la legge giudaica, andò a chiedere il permesso ai capi sacerdoti per
perseguitare i discepoli di Gesù, i membri della chiesa nascente. Dopo aver
ricevuto il permesso mentre andava a Damasco sulla strada Gesù gli è andato
incontro e lo mandò come apostolo delle genti. Incontrando Gesù Paolo è
cambiato; è stato aiutato a conoscere Dio in un modo nuovo rispetto al prima.
Gesù ha cambiato la sua passione dalla legge all’amore gratuito di Gesù.
L’amore di Gesù l’ha conquistato e ha cambiato la direzione della sua vita.
Passo adesso a Pietro.
Lui era un pescatore. Ogni giorno lavorava con la barca e la rete pescando i pesci,
per cui conosceva benissimo il suo mestiere. Aveva una grande interesse per il
pescare perché da lì dipendeva la sua vita. Direi che lui era l’esperto nel
pescare come Paolo era l’esperto nella legge. Incontrando e ascoltando la
novità delle parole di Gesù che è venuto a trovarlo dove lavorava lui, Pietro
ha lasciato il lago, la barca e la rete. La risposta di Pietro fu immediata. La
persona e le parole di Gesù lo attiravano come se fossero i pesci che doveva
pescare. Gesù lo aveva chiamato per pescare in un altro mare diventando
pescatore di uomini. Andò a seguire Gesù lasciando la barca e la rete, ma
portando con sé lo zelo di un pescatore che aveva desiderio di pescare tanti
pesci. Direi che la barca e la rete per Pietro erano le cose preziose dalle
quali dipendeva la sua vita quotidiana. Ma dopo aver incontrato Gesù si
trasformò: Gesù divenne il centro della sua vita, una persona preziosa che lo
attirava più di ogni altra cosa. L’attenzione di Pietro passò dalla propria
vita a Gesù, al Suo modo di agire e di vivere.
La cosa che accomuna
questi due personaggi è l’incontro con Gesù. L’incontro con il Salvatore gli ha
permesso di trasformare il loro interesse. Paolo era appassionato alla legge
ebraica ma dopo aver incontrato Gesù questa sua passione si trasformò in amore per
Lui servendolo e annunciandolo alle genti. Pietro aveva una grande interessa
per la pesca con la quale si guadagnava da vivere, ma dopo aver ascoltato Gesù il
suo interessa per la pesca lo portò a diventare pescatore di uomini, cioè a salvare
la vita degli altri, a dare un senso nuovo alla vita dalla gente nell’ottica
dell’amore di Cristo. Gesù li sceglie usando il loro interesse o la loro passione
con un nuovo obiettivo: l’amore di Gesù, il Figlio di Dio. Dunque Gesù ha
rivolto l’amore di Paolo dalla legge all’amore gratuito; Gesù ha rivolto
l’interessa di Pietro dal pescare i pesci al pescare gli uomini perché
diventino credenti con uno spirito nuovo: lo spirito di Cristo redentore. Mi
sembra che questi due personaggi siano i modelli di coloro che innamorano alla
persona e alla parola di Gesù. La vita e l’atteggiamento di ogni discepolo di
Gesù Cristo dovrebbe essere così specchiando alla vita e l’atteggiamenti di
Pietro e Paolo.
Che cosa succede a me?
Quale interesse o passione mi è stata trasformata da Gesù perché io possa
diventare ciò che vuole Lui? Parlo delle cose che devono essere trasformati dal
suo modo di vivere perché mi piace rimanere nel mio egoismo, nel mio mondo. Mi
piace essere al centro degli altri come se fossi una persona importantissima.
Mi piace fare le cose che mi danno soddisfazione. Papa Francesco ha
sottolineato bene e chiaro il rischio del rimanere nel egoismo dicendo, “Quando la vita interiore si chiude nei
propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri,
non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce del suo amore,
non palpita l’entusiasmo di fare il bene, (EG no.2).” Credo che per poter
essere conquistato dall’amore di Cristo io abbia bisogno di buttare via questi
atteggiamenti e pensieri. So che ho la responsabilità di fare tutto ma so anche
che non posso farlo da solo usando la mia capacità meramente umana. Vorrei che
Gesù mi aiutasse a mutare l’obiettivo della mia vita, rendendolo totalmente
nuovo.